mercoledì, Dicembre 10, 2025
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Suolo italiano al limite: tra erosione, inquinamento e necessità di tutele

Il suolo, elemento essenziale per la vita e custode della biodiversità, continua a essere consumato e compromesso a un ritmo che desta forte preoccupazione. In occasione del World Soil Day, dedicato al tema “Suoli Sani per Città Sane”, FederBio rilancia la necessità di politiche di gestione realmente sostenibili per una risorsa non rinnovabile, ricordando il legame diretto tra la salute dei terreni, l’approvvigionamento alimentare e il benessere delle comunità.

Italia in perdita di terreno

Nel 2024 il nostro Paese ha visto scomparire 83,7 chilometri quadrati di suolo, sostituiti da superfici impermeabili in crescita del 15,6% rispetto all’anno precedente. Lo rileva il Rapporto “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici”, elaborato da ISPRA e SNPA, che segnala una progressione allarmante: spariscono 2,7 m² di superficie fertile ogni secondo, quasi 230.000 m² nell’arco di 24 ore. Il consumo netto supera i 78,5 chilometri quadrati, il dato più alto dell’ultimo decennio, con impatti rilevanti sui servizi ecosistemici.
“Sebbene il suolo sia una risorsa vitale, viene eroso giorno dopo giorno mettendo a rischio il nostro futuro – sottolinea Maria Grazia Mammuccini, Presidente di FederBio – La fragilità di questa risorsa si riflette direttamente sulla salute umana: un suolo fertile e resiliente è infatti in grado di tutelare la biodiversità, assorbire l’eccesso di carbonio che destabilizza il clima, garantire la tenuta idrogeologica e consentire all’agricoltura di produrre alimenti sicuri e di qualità. In questo scenario, valutiamo positivamente la nuova Direttiva europea sul monitoraggio e la resilienza dei suoli che rappresenta un passo avanti decisivo verso l’obiettivo del loro risanamento, anche se per produrre effetti reali deve essere recepita urgentemente da tutti gli Stati membri. Nonostante le evidenze scientifiche sui benefici dell’agroecologia per la fertilità dei terreni, la normativa resta in ritardo: mentre per acqua e alimenti il sistema di controlli ambientali e sanitari monitora la presenza di principi attivi di sintesi chimica, nel suolo, primo organo recettore delle sostanze utilizzate nell’agricoltura convenzionale, la presenza di molecole potenzialmente dannose per l’ambiente non viene rilevata sistematicamente. Così il suolo – base fondamentale che ci fornisce tutti i giorni il cibo – non gode di tutele specifiche. Colmare questa lacuna è essenziale, perché un suolo fertile e resiliente è la condizione necessaria per garantire sicurezza alimentare e benessere”.

Emergenza qualità del suolo

Oltre alla perdita di superfici agricole, cresce il degrado dei terreni. Le anticipazioni del rapporto “Status of the World’s Soils”, aggiornamento dello studio FAO del 2015, evidenziano come la salute del suolo stia diventando una delle emergenze globali più pressanti, accanto a clima e biodiversità. Processi come erosione, riduzione della sostanza organica, errata gestione dei nutrienti, inquinamento, salinizzazione, urbanizzazione e perdita di biodiversità stanno riducendo la capacità dei terreni di sostenere la produzione di cibo, trattenere carbonio, regolare l’acqua e garantire la vita. Sebbene i suoli sani siano pilastri dei servizi ecosistemici, in molti casi la loro condizione continua a peggiorare.

Segnali di svolta nell’agricoltura

Un elemento incoraggiante arriva dai dati diffusi dall’Osservatorio Agrofarma: confrontando il triennio 2021-2023 con il 2012-2014, emerge un calo del 18% nell’uso di fitofarmaci di sintesi e una crescita del 133% dei principi attivi naturali, tra i principali indicatori di un cambio di direzione. Anche l’agricoltura convenzionale, dunque, si sta aprendo a pratiche più sostenibili.
“La crescente attenzione verso i principi attivi di origine naturale conferma i benefici concreti dell’agroecologia in termini di tutela della salute, dell’ambiente e della biodiversità. In una fase cruciale come quella attuale, lo sviluppo dell’agricoltura biologica rimane lo strumento più efficace per ridurre l’uso della chimica di sintesi e offrire soluzioni innovative all’intero settore agricolo. Occorrono però investimenti strategici in ricerca e innovazione e una normativa specifica per la registrazione dei prodotti per il “biocontrollo”, evitando così di ritardare l’accesso ad alternative naturali che già potrebbero essere disponibili per gli agricoltori. Salvaguardare la salute dei suoli è una responsabilità collettiva, significa garantire sicurezza alimentare e benessere alle future generazioni. In questo le scelte alimentari hanno un ruolo decisivo, prediligere cibo biologico è un atto di responsabilità e un investimento concreto per un futuro sostenibile”, conclude Mammuccini.

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